A cura di Nino Jungano
Con l’’uscita di oggi, commentiamo al sesta delle aspettative pubblicate da Bankit e cercheremo di darvi qualche ulteriore elemento operativo utile per l’invio del documento all’organo di vigilanza.
Siamo già a metà del lavoro e, quasi quasi, inizio già a sentirne un po’ la mancanza… 😉
Con la pubblicazione di oggi, cerco di darvi qualche spunto utile per rispondere alla sesta aspettativa, che riporto “Gli intermediari, sulla base di adeguate analisi di materialità, incorporano i rischi climatici e ambientali nei processi di valutazione dell’adeguatezza del capitale interno e di liquidità, integrando il sistema dei limiti di rischio. Gli intermediari non tenuti alla valutazione del capitale interno integrano il sistema dei limiti per tenere conto degli impatti dei rischi climatici e ambientali sul valore dei portafogli gestiti e/o sui volumi operativi”.
A differenza dei precedenti, in questo caso il regolatore non si aspetta che siano già in atto presidi sulla tematica ma richiede che si avvii un processo per identificare un mezzo idoneo a supportare la misurazione di tali rischi. Inoltre, riconoscendo la limitata profondità della serie storica dei dati disponibili in tema di rischi climatici ed ambientali, Bankit si aspetta che le valutazioni siano di tipo prospettivo sotto forma di analisi di sensitivity e stress test.
In questo caso il regolatore già traccia la strada verso cui l’intermediario dovrebbe procedere mettendo l’accento sul fatto che l’analisi debba avere a base, una valutazione di materialità grazie alla quale identificare i veri elementi e fattori di rischio climatico e ambientale che possono impattare sull’adeguatezza del capitale interno e della liquidità o, qualora non tenuti alla valutazione di questi elementi patrimoniali, sull’attività di investimento.
Come promesso non solo di aspettative si parlerà oggi, ecco alcuni elementi operativi che, spero, possano aiutarvi nella redazione del piano d’azione.
Partiamo con una informazione già nell’aria: Banca d’Italia ha deciso di non prorogare i tempi per la ricezione del documento la cui data ultima di invio resta, dunque, fissata per il 31 marzo. Un documento che gli intermediari dovranno redare tenendo bene a mente il principio di proporzionalità (non andate a complicarvi la vita… keep it simple) e ricordatevi di stressare il fatto che, quanto rappresentato, sia la situazione ad oggi e che l’evoluzione normativa e di mercato possano richiedere variazioni rispetto al percorso delineato (tenere la porta aperta a possibili modifiche non fa mai male) prevendendo, in ogni caso, una revisione di questo almeno su base annuale da parte del CdA (e passa la paura).
Infine due elementi di forma. Il primo con di pura burocrazia: sarebbe opportuno, insieme al documento, inviare il verbale del CdA che approva tale versione e che riporti la valutazione del collegio sindacale. Il secondo di quantità: il regolatore non si aspetta di ricevere bibbie, un documento di una decina di pagine (per un intermediario di piccole dimensioni) è più che sufficiente.
Banca d’Italia si è spinta oltre mettendo a disposizione un template da compilare ed inviare, qualora non lo abbiate ricevuto, scrivetemi che provvedo a fornirvelo, è gratis… 😉
Referenti
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Ing. Laura Pellesi
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laura.pellesi@baldifinance.it
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Dott.ssa Brisilda Farruku
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brisilda.farruku@baldifinance.it
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