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Auguri di Buon Natale e tanti rischi climatici e ambientali per l’anno nuovo
Sembra un po’ questo il messaggio fatto arrivare da Banca d’Italia agli intermediari finanziari non bancari dalla stessa vigilati.

La comunicazione (N° 1940295/22 per gli amanti dei numeri 😉) è arrivata, per alcuni in modo completamente inaspettato, proprio nella settimana tra Natale e l’inizio del nuovo anno, ed ha richiesto a tutti gli operatori del settore una veloce ma profonda riflessione in tema di rischi climatici e ambientali. Vero è che del tema se ne parla (a volte, purtroppo, straparla) ormai da molto tempo, quasi impossibile però aspettarsi un intervento così diretto del vigilante nel richiedere la predisposizione di un piano d’azione (approvato dal consiglio di amministrazione e valutato dal collegio sindacale) entro la fine del primo trimestre 2023.


Facciamo un piccolo passo indietro a quando, nella primavera del 2022, Banca d’Italia pubblicò un documento con indicazioni non vincolanti (ma con il senno di poi, caldamente consigliate), per l’integrazione dei rischi climatici e ambientali nel business model degli operatori. A valle di ciò, un campione di 86 società ha ricevuto un questionario di autovalutazione a seguito del quale Bankit ha preso conoscenza dello stato dell’arte dell’industry con riferimento a temi quali governance e organizzazione, modello di business e strategia, sistema di gestione dei rischi e informativa di mercato. Risultato? Quello che Banca d’Italia ha definito “un limitato allineamento alla aspettative”….. una formulazione, parzialmente scremata per renderla più digeribile, prima di elencare le “principali criticità emerse”.


Un fitto elenco, lungo quasi due pagine, di punti di attenzione che il regolatore ha individuato dall’analisi delle risposte ricevute. In particolare pare che sotto l’aspetto del business e strategia, l’attenzione degli intermediari verso il conseguimento di obiettivi misurabili e nella definizione di specifici KPIs sia molto debole. In tema di governance e sistema organizzativo, si riporta come non sempre i vertici aziendali siano coinvolti nella gestione dei rischi climatici e ambientali e frequentemente le competenze degli organi amministrativi in tali ambiti siano parziali e non adeguatamente supportate da un efficiente sistema di reporting. Mentre, in tema di gestione dei rischi, emerge la difficoltà di reperire dati affidabili e utili alla misurazione dei rischi e, anche qualora disponibili, non risulterebbero adeguatamente integrati nei sistemi informativi aziendali.

Il quadro dipinto ha molte più ombre che luci e, Banca d’Italia, sembra richiedere una corsa a stabilire un piano d’azione nel quale, ciascun operatore, individui gli interventi da porre in essere, specifichi le priorità ed i tempi previsti tenendo conto sia di quanto emerso dal questionario che delle indicazioni non vincolanti inizialmente citate. Ma cosa prevedono nello specifico queste indicazioni? Le indicazioni sono suddivise in 12 Aspettative che si possono così riassumere: incorporazione nel piano strategico dell’operatore di analisi e attività per far fronte ai rischi climatici/ambientali individuati (Aspettative 2, 4, 10 e 11), le policy aziendali dovranno essere integrate con le analisi su tali rischi ed essere revisionate periodicamente (Aspettative 1, 7), dovranno, poi, essere previste delle funzioni specifiche all’interno della struttura con focus sulla tematica (Aspettativa 3) e reporting all’organo amministrativo così come programmi di formazione per le persone coinvolte. Si dovrà tenere traccia delle riflessioni effettuate in tale contesto e i rischi climatici/ambientali dovranno essere oggetto di valutazione specifica nel processo di investimento (Aspettative 5, 6, 8 e 9). Da ultimo si sottolinea l’importanza della trasparenza verso terzi (Aspettativa 12).

Come declinare questo operativamente? Dal prossimo articolo, dedicheremo un approfondimento per ciascuna delle Aspettative individuate. Se credi possiamo esserti d’aiuto per sviluppare queste valutazione per la tua realtà, noi siamo qui!

a cura di Nino Jungano