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DA OGGI SI ACCELERA!!

A cura di Nino Jungano

Con l’avvicinarsi della scadenza prevista da Bankit per l’invio del documento, abbiamo deciso di velocizzare i commenti alle aspettative così da permettervi di avere un quadro completo prima di fine mese.
Dopo il giro di boa della scorsa settimana, ora si inizia a correre. Corriamo insieme a molti di voi che stanno lavorando al documento, insieme alle mille altre scadenze, e tra parerei del risk, della funzione di controllo e del collegio sindacale, cercano di trovare una quadra. Oggi quindi sotto con le aspettative 7 e 8

La prima delle due non ha necessità di molti commenti, il suo testo recita “Considerato il carattere di marcata dinamicità dei rischi climatici, gli intermediari definiscono un programma di revisione e aggiornamento periodico delle decisioni assunte in relazione a metodologie e strumenti per la loro valutazione, in modo da preservarne nel continuo la validità e la significatività”: chi fa questo di professione, non può immaginare modo diverso di approcciare e valutare un rischio. Tutti i rischi sono, per definizione, caratterizzati da marcata dinamicità e di certo i rischi ambientali e climatici non fanno eccezione. In ogni caso è buona norma prevedere una revisione, almeno annuale aggiungerei, e prevedere la possibilità di una riflessione periodica che permetta una valutazione sul percorso fatto dall’intermediario e quello da fare nei dodici mesi successivi.

La seconda delle due aspettative in commento si focalizza, invece, sul rischio di credito: “Gli intermediari integrano i rischi climatici e ambientali in tutte le fasi del processo del credito, adeguando le relative politiche e procedure in linea con le GL EBA in materia di concessione e monitoraggio dei prestiti (EBA/GL/2020/06).”
In questo caso vengono chiamati in causa gli intermediari che concedono debito e, in questo ambito, si richiede un monitoraggio del livello di concentrazione settoriale e geografico nella valutazione, non solo del prenditore ma, soprattutto, delle garanzie che assistono i finanziamenti. Banca d’Italia richiede, inoltre, che gli intermediari formalizzino i criteri qualitativi e quantitativi per distinguere i settori di attività economica sulla base della relativa esposizione ai rischi climatici e ambientali. Che misurazione prendere, dunque? Un esempio viene dato già dal regolatore il quale riporta come le famose heatmaps possano rappresentare uno strumento per segnalare la vulnerabilità ai rischi climatici e ambientali. La valutazione, ricorda Bankit, è opportuno venga fatta sia con riferimento ai rischi fisici sia a rischi di transazione. Dove tra i primi rientra i classici esempi: inondazione, mancanza di elettricità, ecc…. I secondi rappresentano, invece, le variabili che potrebbero impattare il business aziendale in un processo di “transizione” quando nuovi leggi o regolamenti vengono adottati

Oggi siamo stati più efficienti del solito e cercheremo di continuare così per le prossime due uscite e potervi permettere una panoramica completa ed una nostra view su tutti i punti descritti da Banca d’Italia. Non siate timidi e non esitate a contattarmi all’indirizzo nino.jungano@baldifinance.it per qualsiasi evenienza!