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Con lo sprint finale di oggi commentiamo le due ultime aspettative

A cura di Nino Jungano

Questa è l’ultima uscita della serie di approfondimenti che abbiamo deciso di dedicare al tema, nella speranza che vi siano piaciuti e vi siano stati di utilità, provvediamo, oggi, a chiudere i commenti con le ultime due aspettative del regolatore.
Come siamo ultimamente soliti fare, partiamo a bomba con la numero 11: gli intermediari integrano i rischi climatici e ambientali nella misurazione e gestione del rischio di liquidità, stimando potenziali peggioramenti della posizione di liquidità dovuti a deflussi di cassa e/o diminuzione dell’ammontare delle riserve e/o modifica della liquidità degli strumenti finanziari posseduti direttamente o dai portafogli gestiti. Qui si parte da due template ben definiti come ILLAP (internal liquidity adequacy assessment process) e ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process). Se gli intermediari sono tenuti a compilare i primi (ILLAP), i rischi ambientali e climatici dovranno essere qui ricompresi, altrimenti questi dovranno essere inclusi nei secondi (o simile reportistica). Naturalmente, il rischio liquidità qui riportato è da leggere insieme anche tema del greenwashing. Qualora il mercato percepisse che l’intermediario stia utilizzando tale pratica i deflussi di capitale potrebbero farsi rilevanti.

Nell’ultima previsione banca d’Italia riporta “Gli intermediari si dotano delle infrastrutture, dei dati e dei processi necessari per comunicare le modalità con cui integrano i driver di rischio ambientale nella strategia aziendale, nell’organizzazione interna e nei meccanismi di gestione del rischio, comprese le metriche utilizzate per valutare i rischi climatici e gli obiettivi di sostenibilità”. Con questo il regolatore si aspetta che l’intermediario adotti metriche il più possibile “standard” in modo che la comparazione tra i diversi soggetti del mercato possa essere più semplice, in modo particolare, per gli investitori che dovranno scegliere a chi dare la propria fiducia. Inoltre, la comunicazione di informazioni dettagliate (in modo semplice), complete e comparabili con riferimento ai rischi climatici e ambientali, potrebbe consentire ai soggetti più virtuosi di aumentare la qualità dell’informativa al mercato e, attraverso questo, supportare la propria brand awareness e differenziarsi dalle altre case prodotto.

Quindi, breve riepilogo operativo: Le aspettative permettono di avere una traccia da utilizzare per fornire e strutturare il documento richiesto da Banca d’Italia. Questo dovrebbe, idealmente, strutturarsi con una prima parte di introduzione per riportare le specificità dell’intermediario (storia, valori, obiettivi, tipologia di mercato target, tipologia di prodotti offerti) per poi dettagliare, per ogni aspettativa, la posizione attuale e quella che si vorrebbe raggiungere entro i tre successivi anni. Un elemento importante su questo ultimo aspetto è legato al fatto di sottolineare come gli obiettivi e la relativa messa a terra possano modificarsi nel tempo e una revisione del documento periodica (annuale, idealmente) è necessaria. La scadenza per l’invio del documento approvato dal CDA e con il parare del collegio dei sindaci è stata confermata al 31 marzo! Appuntamento da non perdere 😉😉

Siamo proprio alla fine e, come nelle migliori tradizioni, non ci resta che salutarci con l’auspicio di vederci e parlarci presto. Naturalmente per qualsiasi tema abbiate piacere ad approfondire o se ci fosse punti su cui vi piacerebbe leggerci, non esitate a contattarci all’indirizzo nino.jungano@baldifinance.it!